Natura e Animali

È tempo di lucciole

Associate ad un’immagine romantica della natura le larve di questi insetti sono invece delle voraci predatrici. E sono minacciate a livello mondiale

imago653638516_Dreamstime.jpg

Le lucciole illuminano le serate estive

  • IMAGO/Dreamstime
Di: Red. Giardino di Albert/Christian Bernasconi 

La bioluminescenza, cioè la capacità di alcuni esseri viventi di produrre luce, è un fenomeno che affascina da sempre l’essere umano e, tra le numerose specie bioluminescenti, le più celebri sono sicuramente le lucciole.

Tutti abbiamo già sentito parlare di loro almeno una volta nella vita, ma le lucciole, di cui sono finora state descritte circa 2’600 specie in tutto il mondo, sono paradossalmente poco conosciute. Di tutte le specie note alla scienza, solo di 150 sono state studiate a sufficienza per conoscerne lo stato di conservazione. Di queste si hanno parecchie informazioni, ma delle altre si sa quindi ben poco.

Per ovviare a questo problema l’IUCN ha istituito un gruppo di esperte ed esperti che dal 2018 si occupa di ampliare le conoscenze su questi esseri viventi bioluminescenti. Inoltre, tutti associamo questi insetti ai puntini luminosi che illuminano le notti di fine primavera-estate, ma in pochi sanno ad esempio che le larve sono delle temibili predatrici.

imago93566390_Ardea.jpg

Spesso (ma non sempre) il maschio emette luce volando, la femmina lo vede e si illumina con una luce fissa tra la vegetazione

  • IMAGO/Ardea

Animali che hanno ispirato racconti, disegni animati e fotografi di tutto il mondo, le lucciole sono coleotteri della famiglia dei Lampiridi. In Svizzera se ne conoscono quattro specie indigene, tutte presenti a Sud delle Alpi, mentre solo alcune sono presenti a Nord delle Alpi. Come tutte le specie di lucciole a livello mondiale, anche in Svizzera si assiste a un costante declino della loro presenza a causa della perdita di habitat, dell’uso sempre più importante di pesticidi e soprattutto dell’inquinamento luminoso.

La perdita degli ambienti in cui vivere e riprodursi, così come i pesticidi, hanno un impatto che possiamo ben intuire. L’eccesso di luce nelle ore notturne crea un disturbo meno intuitivo ma altrettanto pericoloso perché interferisce direttamente con la riproduzione, compromettendone il successo. Se le notti non sono buie a causa dell’illuminazione proveniente dagli insediamenti umani, le lucciole faranno molta fatica a captare i segnali luminosi dell’altro sesso. Una situazione che riduce il numero di accoppiamenti e quindi gli effettivi.

Apprezzarne il bagliore d’estate è già un primo passo per la loro salvaguardia, ma serve fare di più: si tratta di animali che prediligono la vegetazione di zone umide, prati, foreste, ma anche campi e parchi. Habitat che da un lato risentono di periodi asciutti sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, ma che soffrono anche a causa del taglio sistematico e troppo anticipato della vegetazione lungo corsi d’acqua, così come in prati e giardini. Senza un’adeguata vegetazione, infatti, le larve non hanno il tempo di completare il loro sviluppo e diventare lucciole adulte.

imago102604760_VWPics.jpg

Le larve di lucciola sono delle temibili predatrici che si nutrono prevalentemente di lumache

  • IMAGO/VWPics

Prima di raggiungere la maggiore età, le lucciole trascorrono due anni allo stadio larvale. Gli adulti luminescenti che osserviamo oggi sono quindi nati almeno due estati fa. In questo periodo hanno dovuto cacciare intensamente, nutrendosi voracemente di vari tipi di lumache, dotate di guscio oppure no.

Di colore scuro, variabile dal marrone al nero, le giovani lucciole cacciano spesso prede più grandi di loro, che riescono a uccidere con morsi velenosi e a mangiare in breve tempo. Il veleno delle larve serve anche per la difesa e la loro tossicità è indicata con puntini luminosi sull’addome, una luce meno intensa rispetto a quella generata dagli adulti. In inverno, quando le prede scarseggiano, le larve vanno in ibernazione. Dopo due (o tre) inverni, le giovani larve procedono alla muta diventando adulte. A questo stadio la loro unica preoccupazione sarà quella di riprodursi e deporre le uova, che daranno origine a delle nuove larve. Le giovani nate si metteranno a caccia di lumache, dando così inizio a un nuovo ciclo.

Le lucciole producono luce grazie ad una reazione chimica che vede coinvolte una molecola chiamata luciferina e un enzima, la luciferasi. In presenza di ossigeno, le due sostanze reagiscono tra loro e producono luce. Spesso il maschio vola emettendo una luce intermittente, la femmina ferma tra la vegetazione lo vede e si illumina con una luce fissa: il maschio la nota e la raggiunge. Ci possono però essere altre modalità di comunicazione e ogni specie ha un suo linguaggio di luminosità e intermittenza.

Per garantire la possibilità di continuare a vederle, gli scienziati di tutto il mondo hanno lanciato iniziative volte a favorirne la conservazione. Ad esempio, negli Stati Uniti e in Canada, nel 2022 è stato avviato l’Atlante delle lucciole per studiare la loro presenza in quelle regioni.

Chiunque può contribuire a salvare le lucciole: favorendo una buona presenza di prede (in particolare lumache) nel proprio giardino, diminuendo l’inquinamento luminoso e garantendo un mosaico di piccoli habitat ideali come aree aperte, luoghi ombreggiati e nascondigli umidi. Strutture che si trovano ad esempio negli spazi coltivati in modo tradizionale e senza pesticidi.

imago723726496_Depositphotos.jpg

Ambienti ideali e notti senza inquinamento luminoso permetteranno alle lucciole di prosperare in futuro

  • IMAGO/Depositphotos
1x1-giardino_di_albert

La scienza e la natura ti affascinano?

Il Giardino di Albert soddisfa la tua voglia di capire

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare